DOLOMITICHE: INTERVISTA ALLA SELEZIONATRICE GRAZIA TRENTIN

Le ragazze
dolomitiche, provenienti dai Comitati di Belluno, Bolzano e Trento, si sono ben
comportate alla final six disputata a Cervia la scorsa settimana, chiudendo al
quarto posto, ma vendendo sempre cara la pelle. Abbiamo quindi chiesto alla
selezionatrice Grazia Trentin un commento sull’annata.

Prima volta alle Final Six:
cosa ne pensi di questo evento? 

Penso
che sia un’esperienza indimenticabile per le ragazze ed il coronamento del
percorso fatto nei mesi precedenti. Arrivare alla fase finale significa aver
costruito, partendo da zero con 8 raduni, in primis un gruppo di ragazze coeso
in termini di unione di intenti e, in secondo luogo, una vera e propria squadra
con una precisa idea di gioco. Le ragazze si sono fin da subito rese
disponibili ad accogliere le linee guida impartite a livello tecnico, tattico e
comportamentale.

Durante
la settimana a Cervia hanno inoltre potuto anche confrontarsi con giocatrici
della Nazionale maggiore (Eleonora Goldoni e Martina Piemonte) che hanno
condiviso le loro esperienze da calciatrici passate proprio dall’attività della
Calcio + U15F. Il progetto infatti riguarda una crescita a 360 gradi dove
sport, cultura, studio e alimentazione contribuiscono a rendere le ragazze
persone consapevoli delle opportunità a loro rivolte che solo con sacrificio,
passione e cuore si possono raggiungere.

 

2. Le Dolomitiche stanno
proseguendo il loro percorso di crescita: un segnale positivo per la vostra
preziosa attività al CFT?

La
Selezione Dolomiti è costituita da 18 giocatrici, 12 delle quali frequentano i
Cft di Egna (BZ) e Borgo Valsugana (TN).

Le
altre ragazze sono state individuate in varie società del territorio Provv di
BZ, BL e TN.  Ciò significa che la qualità esiste e che senza ombra di
dubbio far parte del Cft incrementa, con un allenamento in più a settimana (il
lunedì), il lavoro svolto dalle ragazze presso le società di appartenenza.
Quello che ci si auspica e’ che le società possano avvicinarsi al metodo di
lavoro dei CFT , dove il Format degli allenamenti segue le linee guida delle
Nazionali giovanili e staff competenti seguono ragazzi e ragazze per l’intero
corso. Le porte dei CFT sono sempre aperte per poter visionare gli allenamenti
ed avere un confronto con i mister e verificare la gestione anche post
allenamento.

 

3. Come funziona la
collaborazione tra i comitati di Trento, Bolzano e Belluno?

La
collaborazione si svolge attraverso una comunicazione ove la condivisione delle
informazioni sta alla base dei rapporti intrattenuti tra i vari comitati, ove
le persone vengono al primo posto tramite i Resp SGS e Femminile. Da questo
punto di vista, come più volte detto, vorrei fare un ringraziamento
particolare al ns coordinatore SGS dott Giorgio Barbacovi, alle Società,
ai genitori ed ai Comitati FIGC di Belluno CPA di Trento e Bolzano, al mio
Staff: Manuela Boito Team Manager, Denise Ferraris vice allenatrice, Stefano
Scali, preparatore dei  portieri, ai dottori Bernardo Stabile e Robert
Odirizzi, a tutte le persone che ci hanno seguito in questi mesi ed alle
persone che hanno creduto in questo progetto.

Un
risultato straordinario in un percorso di crescita che è stato perseguito al
meglio.

 

4. In ogni attività esistono
delle criticità: quali sono quelle riscontrate quest’anno? 

La
maggiore per me ed il mio staff era creare un gruppo coeso con ragazze che
vengono da zone geografiche diverse, con culture diverse. In particolare, sin
dal primo raduno, siamo riusciti ad integrare le ragazze altoatesine che
parlavano solo lingua tedesca. 

Sin
da subito abbiamo trasmesso a tutte che le Dolomiti, costituite da tre province
distinte,  fossero una unica famiglia. 

Queste
ragazze sono cresciute raduno dopo raduno e mi sento di dire che sono e siamo
una famiglia; non esistono differenze geografiche ne’ linguistiche e
l’integrazione si è  perfezionata al massimo. 

Inoltre
mi sento di dire che sono ragazze speciali perché hanno manifestato il loro
affetto a noi staff con un pensiero la sera prima della finale. Le porto nel
cuore una per una e credo che la soddisfazione più grande sia questa sentirsi
dire ‘mister le voglio bene’ sentirsi dire ‘grazie’ per la loro crescita
calcistica che riconoscono in maniera tangibile. Abbiamo trasmesso al gruppo un
concetto di vittoria legato al superamento di una determinata situazione in
campo, prediligendo la qualità del gioco al risultato. Questa qualità ci è
stata oggettivamente riconosciuta da tutte le Selezioni partecipanti alla Final
Six. 

Le
emozioni e le soddisfazioni che ci hanno regalato le Dolomitiche sono immense,
auguro a tutte loro di continuare il cammino di crescita che possa portarle a
realizzare i loro sogni.